Reiki e il Senso del Rispetto






...premetto di essere nata in Italia e di essere sempre e soltanto vissuta nel brodo culturale occidentale,  ma ho avuto la possibilità di affacciarmi un pochino alla cultura Orientale grazie  alla Disciplina sportiva Judo appresa in giovine età ed, in un secondo momento, grazie all’incontro e conseguente innamoramento con Reiki.
   In tutti e due questi momenti di incontro “interculturale” ho avuto modo di comprendere, apprezzare ed infine condividere il forte Rispetto che viene originariamente espresso ed insegnato (o almeno dovrebbe) verso queste discipline e chi le pratica… tenendo bene a mente che stiamo parlando di una cultura del Rispetto molto ma molto diversa riguardo a quella occidentale…
   Fatto sta che, almeno a me, è venuto molto naturale, una volta ricevuta l’Armonizzazione di Primo Livello dell'Usui Reiki Ryoho e via via nel Reiki-Do provare, nutrire e coltivare il massimo Rispetto verso la Tecnica, verso il Fondatore e verso tutti i Praticanti ed Insegnanti che con Essa hanno interagito e tutt’ora interagiscono seriamente e professionalmente. 
   Inutile dire che a volte è stato un rispetto mal interpretato, mal ripagato e mal corrisposto, ma questo è un altro argomento, che ben si ricollega al brodo culturale occidentale.
   Fatto è che questo “trattamento” non è riservato solo al Reiki e a chi lo pratica seriamente, ma anche allo Yoga, allo Sciamanesimo, al Chaneling, al Buddhismo in tutte le sue diramazioni, ai Mantra e a chi li pratica, all’Ho’oponopono… e poi ognuno aggiunga la tecnica/disciplina che gli viene in mente. 
   Passi che la “denigrazione” arrivi da fonti esterne a questo, come dicono in molti, “mondo new age” (ma la nuova era è ogni giorno e sicuramente molte di queste discipline vantano natali ben più lontani della fine del XX secolo), ma quando la denigrazione e la mancanza di rispetto arriva propri0 dall’interno, dai Praticanti (mancati) o dagli Insegnanti, beh, in questo attimo preciso mi viene a cadere nel dimenticatoio il Primo Precetto: Solo per Oggi lascio andare la Rabbia… perché non si può… non si può far finta di non conoscere la “sacralità” che c’è dietro ad ogni movimento, ad ogni posizione, ad ogni parola e a chi, prima di noi, ci ha preceduto nel percorso Reiki… 
   Come Praticanti Reiki, abbiamo scelto – chi consapevolmente, chi meno – di servire l’Universo e le persone che a noi si affidano e non lo si può fare con la leggerezza che solitamente si riserva ad una pizzata tra amici.
   È ben vero che il Sensei Usui ha reso questa Tecnica così semplice da poter essere alla portata di tutti, ma ciò non vuol dire che esista un conseguente diritto a sminuirla, ad offenderla, soprattutto quando questo accade per Ego, scarsa comprensione del Dono che si è ricevuto e che si va a donare agli altri, e la noncuranza del “vè, ho trovato un modo facile per crearmi una rendita, altro che vendere polveri, pasticche, cremine… tze”... insomma, atteggiamenti di quelli che io chiamo “amichevolmente”  Reikisti della domenica o da salotto.
   Ogni forma di Reiki è una disciplina/tecnica che richiede discernimento, applicazione, studio, pratica, approfondimenti, meditazioni e, soprattutto, che dev’essere riportata nella nostra vita quotidiana.
   Dopo il Primo Livello, che doverosamente, in rispetto dell’indicazioni del Sensei, dovrebbe essere accessibile a chiunque lo richieda, senza grandi “obblighi”,  il Secondo Livello è fatto di insegnamenti di Vita; da qui inizia il Percorso di Crescita Personale e Spirituale, si inizia a seguire un percorso, Reiki-Do, fatto di osservazione dei Cinque Precetti e loro messa in pratica nella vita quotidiana, di meditazioni quotidiane (mattina e sera) sui Precetti stessi e su argomenti fondamentali per il proprio percorso di Crescita, di autotrattamenti, di Trattamenti agli altri fino all’obbligo del mettersi a servizio completo, tramite l’insegnamento, derivante dal Ricevimento della Maestria; ricordando che il Terzo Livello è uno Step, la Maestria un altro. Ma, alla fine, crediamo davvero che Usui abbia lasciato così pochi Maestri perché aveva paura che gli “rubassero” il lavoro e conseguentemente gli incassi?
   Giustamente vi potreste domandare da dove venga così tanta “saccenza” da parte mia… beh, potrei rispondere che sicuramente viene dalla storia del Reiki e dalle parole e azioni del suo Creatore.
   Basta informarsi, leggere le parole scritte dal Maestro e da chi ha effettuato anni ed anni di ricerche su Mikao Usui. Basta, una volta venuti a conoscenza del fatto che Usui teneva con sé i suoi Allievi dai 2 ai 5 anni, comprendere, almeno un pochino ino ino di più la serietà della Disciplina e dei suoi Praticanti e del Rispetto rivolto ad Essa. I suoi “discepoli” vivevano con lui nel suo Dojo, dove studiavano e praticavano… praticavano e studiavano… Reiki ha salvato, curato, aiutato migliaia di persone in Giappone, tanto che arrivavano a Usui persone da ogni parte dell’Isola e degli Stati vicini. 
   Non sentite anche voi, ora, quel profumo di Rispettoso orgoglio nella Tecnica a cui vi siete o vi state avvicinando?

   Eppure, ancor oggi, nonostante si navighi in triliardi di miliardi di bit di informazione, è facile trovare Insegnanti in grado di spiegare che Usui Sensei era un Monaco Cattolico che insegnava in una scuola Cattolica… e che tutta la sua ricerca era partita dallo sconvolgimento creato in lui dalla domanda postagli da un suo scolaro: “Come facevano Gesù e Buddha a guarire attraverso l’imposizione delle mani”… insegnanti che praticano Seminari Mordi e Fuggi che vanno dalle 2 ore alle 2 giornate… dimenticando che il mettersi a servizio tramite l’insegnamento significa “insegnare” costantemente ed essere presenti ogni qual volta l’Allievo necessita di aiuto e affiancamento. Si sono così creati, negli anni, movimenti di Allievi orfani di Insegnante che navigano alla ricerca di altri “maestri”, di insegnanti di buon cuore che li aiutino a capire qualcosa di una tecnica che hanno annusato e trovano interessante ma di cui, alla fine, non hanno compreso molto se non concetti astratti e possibilità remote di guarigione “miracolosa”… contrapposti a movimenti di insegnanti che creano dipendenza volontariamente negli allievi per portare a casa il maggior vantaggio economico possibile… di movimenti del “Primo Simbolo si” e “Primo Simbolo no”…
   Beh, senza continuare a giudicare, che non è buona cosa, anche il giudizio è mosso da un profondo rammarico nei confronti di chi manca di rispetto a questa centenaria Tecnica di Guarigione e Crescita, permettetemi di ribadire questo concetto di Rispetto… se vi avvicinate per la prima volta a questa Tecnica, anche se non la comprendete, anche se capite che non vi piace, che non fa per voi, anche se il maestro che avete scelto non vi piace, non mancate di Rispetto alla Disciplina; se siete stati Armonizzati e, forse, abbandonati, dal vostro “maestro”, leggete libri, informatevi, praticate e ancora praticate, avvicinatevi a gruppi di Pratica e Scambio Trattamenti; Reiki stesso vi aiuterà a trovare la giusta strada per accedere ad insegnamenti più alti e più utili a voi… insomma, qualsiasi cosa sia successa o succeda, portate sempre Rispetto a questa, per molti, Filosofia di Vita che ha condotto molti di noi ad una forte Crescita Personale e Spirituale.
   Ricordiamoci però continuamente che l’Insegnante di Reiki ed il Praticante, così come gli Insegnanti e i Praticanti di ogni disciplina, sono, prima di tutto, “uomini e donne in cammino” verso una meta ben precisa, ma non ancora giunti… quindi dotati di un'umanità che ancora si muove e si manifesta… non aspettatevi mai di trovarvi davanti ad un Guru, perché questo è il primo modo per venire delusi… cadendo così nella mancanza di Rispetto verso la Tecnica/Disciplina.

Con doveroso Rispetto a chiunque la pensi diversamente da me, Luce e Amore


Sifra

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