Radici e cortecce rinforzano gli anticorpi

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Arrivano da oriente e sudamerica: astragalo, ginseng e uncaria sono tre fitoterapici che rinforzano il sistema immunitario e ci rafforzano meglio dei farmaci
Esistono tre piante che giocano un ruolo importante nell’equilibrio del sistema immunitario e nella lotta alla stanchezza di primavera. Il loro utilizzo è consigliato sia in chiave preventiva che curativa soprattutto per attenuare le ultime forme influenzali di primavera, i disturbi digestivi e intestinali e creare i presupposti di una guarigione più rapida.

Astragalo, la radice che vince i virus        
Astragalo  è una pianta erbacea perenne originaria della Cina, utilizzata da millenni nella medicina tradizionale cinese. La parte attiva è la radice, che contiene polisaccaridi, flavonoidi, saponine e aminoacidi. Determina un’attività antibatterica e antivirale, dovuta allo stimolo su organi come timo, milza e linfonodi, ed ha un potenziamento sull’attività dei linfociti e macrofagi. Inoltre riduce il consumo di ossigeno da parte della cellula e aumenta la risposta dell’organismo allo stress.
Si usa in polvere o fluido 
Energetico e immunostimolante, l’astragalo si trova in capsule e compresse, sotto forma di estratto secco o di estratti acquosi in flaconcini per bocca. Se ne assume una dose la mattina per tutto il mese, sciogliendo il rimedio in un po’ d’acqua.

Il ginseng rosso aiuta la memoria   
Il ginseng rosso (noto anche come ginseng siberiano) è un’altra radice che aumenta la memoria e la concentrazione mentale, ottimizza le prestazioni fisiche e intellettuali, migliora la resistenza allo stress, ha un’azione antiossidante e antiradicalica. Il ginseng è specificamente indicato per persone con esaurimento da immunodepressione, prive di energia vitale e con tendenza ad ammalarsi facilmente. È da evitare nei casi di ipertensione e, se assunto prima di dormire, potrebbe causare insonnia.
Lo trovi come estratto o in tintura   
La parte usata è la radice, ricca di ginsenosidi: da qui si prepara l’estratto secco (se ne assume una capsula da 50 mg al giorno per un mese) e la tintura madre (si prende in alternativa alle capsule: 30 gocce in poca acqua 2 volte al giorno).

Uncaria, la corteccia toccasana del sistema immunitario
La parte utilizzata dell’uncaria pianta d’origine peruviana dalle virtù protettive, è la corteccia del fusto e delle radici. L'uncaria esercita un’utile azione combinata di tipo antinfiammatorio e immunostimolante: gli alcaloidi isolati dall'uncaria stimolano la reattività delle cellule immunitarie. Altri principi attivi isolati nella corteccia hanno dimostrato proprietà antivirali utili soprattutto al cambio di stagione, quando l’organismo è affaticato e esposto alle infezioni. L'estratto di uncaria non rivela tossicità alle dosi consigliate e pertanto il suo uso può essere esteso anche a lunghi periodi (2-3 mesi).
La pianta non ha effetti collaterali: tuttavia, poiché non vi sono studi sufficienti sul suo uso in gravidanza, se ne sconsiglia l’uso alle gestanti.

Si utilizza in capsule o in gocce        
Anche l’uncaria, come gli altri due rimedi indicati precedentemente, si può somministrare in forma secca o fluida: in erboristeria si trovano le capsule a base di estratto secco (da assumere con un po’ d’acqua per 1-2 mesi da una a tre volte al giorno) o di estratti idroalcolici in gocce (bastano 20/30 gocce due o tre volte al giorno).


By Riza.it

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