Due superdifese contro il freddo

I mali da freddo sono in agguato. Bronchiti, faringiti, reumatismi, influenze, lombo-sciatalgie, mal di schiena si presentano in percentuale maggiore a fine autunno, quando il freddo non ha raggiunto le punte elevate dell’inverno, ma siamo in balia dell’umidità, delle piogge, dei repentini cambi climatici. Rinforzare il sistema immunitario è quindi la parola d’ordine di questo periodo. La Natura ci regala presidi fondamentali e facili da trovare: prima di tutto il rovo, con le sue more, ricchissime di vitamina C, che si conserva nei mesi freddi sotto forma di marmellata.

Uniamo le virtù del rovo…
Gli antichi romani e anche i greci avevano osservato che questo comunissimo arbusto è capace di resistere all’umido e al freddo, di restare sempreverde e di propagarsi con facilità tra le siepi, nei boschi, nelle macchie, nei terreni incolti.
Le sue “spine” diffuse su tutti i rami venivano viste dagli antichi come una grande capacità della pianta di difendersi dagli insulti del mondo esterno e come simbolo di forza vitale arcaica. In questo periodo possiamo utilizzare il decotto di foglie di rovo tritate, filtrate accuratamente per evitare le spine, utilissimo contro i reumatismi e per le infiammazioni del cavo orale. Il decotto può essere poi aggiunto alle minestre o ai risotti.

…Con i benefici della rosa canina…
C’è un’altra pianta che si propaga con facilità: è la rosa canina che colora coi suoi frutti le macchie di campagna, i sentieri, le radure. Questi “falsi frutti” pelosi, ricchi di vitamina C, producono un’altra marmellata preziosa che può essere consumata a colazione insieme a quella di mora. Il decotto di frutti e foglie può essere associato a quello di rovo e fornire una ricca emissione di sostanze antiossidanti, che proteggono il sistema immunitario. La medicina dei conventi insegnava a far scorpacciate di rosa canina per difendersi dai mali dell’umido autunnale. Le sue foglie forniscono un tè, assai gradevole, che dovrebbe seguire i pasti principali.

…E di altri doni della natura
Ma questo è il periodo in cui dovremmo anche consumare più radici (come topinambur, cren, carote), fra le quali una in particolare molto efficace. È l’ononide, apprezzata nell’antichità e riscoperta per le sue proprietà terapeutiche dai ricercatori negli ultimi anni. Le sue radici profonde e tenaci offrivano una barriera così potente che fermava il lavoro dei buoi e per questo veniva chiamata “stanca buoi”. Questo soprannome mette in evidenza la sua forza e la sua capacità vitale di resistere a ogni attacco. Si fanno bollire 30 grammi di radici con cui fare gargarismi o frizioni sui dolori autunnali (schiena, dolori muscolari). Grande è il potere di questa piante per curare ii disturbi delle vie urinarie.

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